I gruppi di incontro di Carl Rogers-LG

Il Gruppo d’Incontro può essere un tentativo di affrontare e superare l’isolamento e l’alienazione dell’individuo nella vita contemporanea.

Autore: Carl R. Rogers
Edizioni: Editrice Astrolabio ,1976
Scheda elaborata da Letizia Galli

Le ORIGINI del Gruppo di Incontro
Secondo Rogers, sono tre gli studi principali da cui è possibile derivare il concetto di gruppo d’incontro:

  • Lewin;
  • National Training Laboratoires (N.T.L.), ovvero gruppi di addestramento nell’arte dei rapport umani;
  • Università di Chicago e il Counseling Center, ovvero la formazione di consulenti psicologi per lavorare con reduci di guerra.

Da subito, Rogers individua due linee comuni ai gruppi. Innanzitutto, essi formano un unico insieme con caratteristiche esterne simili. In secondo luogo, vi è la presenza di un leader facilitatore, che ha il compito importante di creare un clima psicologico di sicurezza e, conseguentemente, di fiducia reciproca.

Il PROCESSO del Gruppo di Incontro
Il processo attraverso il quale un Gruppo di Incontro si origina e si attua può essere suddiviso in differenti stadi:

  1. Il primo livello è paragonabile alla sensazione di “girare a vuoto”: il leader chiarisce che il gruppo è libero. Questo può creare un naturale stato di confusione e frustrazione.
  2. Resistenza del partecipante all’espressione e all’indagine personale: dal Sé pubblico si passa al Sé privato.
  3. Descrizione dei sentimenti passati.
  4. Espressione di sentimenti negativi verso altri membri del gruppo e verso il leader.
  5. Espressione ed investigazione del materiale personalmente significativo: quando l’individuo acquisisce un piccolo senso di appartenenza al gruppo (clima di fiducia).
  6. Espressione di sentimenti interpersonali immediati nel gruppo: positivi e negativi.
  7. Sviluppo di una capacità curativa nell’ambito del gruppo. Alcuni membri hanno una capacità naturale di curare il dolore altrui in chiave terapeutica.
  8. Accettazione di se stessi ed inizio del cambiamento.
  9. Rottura delle facciate: crescente insofferenza per le difese. Il gruppo esige che l’individuo sia se stesso.
  10. L’individuo riceve feedback dal gruppo.
  11. Confronto: un individuo ne affronta un altro, livellandosi direttamente su di lui.
  12. Utilità del rapporto che si crea tra i membri al di fuori delle sedute di gruppo.
  13. Incontro fondamentale: contatto reciproco più diretto rispetto alla vita normale.
  14. Espressione dei sentimenti positivi e intimità. Senso crescente di fiducia.
  15. Cambiamenti di comportamento nel gruppo.

Posso essere una persona che AGEVOLA il Gruppo?

Si può essere un agevolatore nei Gruppi di Incontro a patto che vengano rispettate le seguenti condizioni:

  • Consentire la presenza della persona intera: cognitiva ed affettiva.
  • Creare l’atmosfera di sicurezza, libertà e fiducia.
  • Ascoltare ed “essere con”.
  • Accettare il gruppo cos’ com’è, accettare l’individuo, ovvero consentire di stare psicologicamente ai margini e credere a ciò che viene detto.
  • Consentire la comprensione empatica: essere cioè in grado di riportare la comunicazione sul binario del significato che essa ha per la persona.
  • Agire secondo la propria sensibilità: confidare nei sentimenti, nelle parole, negli impulsi, nelle fantasie che emergono in se stessi.
  • Permettere confronto e feedback: giudicare caso per caso se è necessario attaccare le difese della persona.
  • Esprimere i propri problemi: per poter ascoltare meglio e per non creare senso di colpa tra i partecipanti che percepiscono il senso di disagio.
  • Evitare la pianificazione, ma accogliere la spontaneità (movimento fisico e contatto).
  • Evitare commenti interpretativi o sul modo di procedere.
  • Riconoscere la potenzialità terapeutica del gruppo.

CAMBIAMENTI dopo il Gruppo di Incontro
Il Gruppo di Incontro permette cambiamenti a più livelli.
Il primo cambiamento avviene a livello individuale, a patto che si sia creato un clima accogliente e ricevuto un feedback “affettuoso” da parte del Gruppo. Il cambiamento importante deve avvenire all’interno della persona, in modo continuo anche se non visibile dagli altri. Deve esserci una conoscenza più intima di se stessi e dei propri sentimenti.
Il cambiamento individuale è difficile da sostenere anche da un punto di vista emotivo. Infatti, la persona si sente più sola quando ha lasciato cadere un po’ del suo guscio esterno e crede che nessuno la possa capire. Da qui inizia il processo di accettazione della sua parte più vulnerabile, ovvero il Sé intimo. Quando la persona rivela questa parte agli altri nel Gruppo, mantiene la convinzione che nessuno possa amare il suo vero Sé, interiore e nascosto agli altri. Ha il timore di non essere accettata o amata una volta che la si conosca. Il gruppo permette l’annullamento di questa convinzione.

Un secondo cambiamento avviene nel rapporto dell’individuo con gli altri. Nelle fasi iniziali in Gruppo, la comunicazione riguarda solo gli aspetti esteriori. I rapporti intimi sono considerati pericolosi e c’è rigidità nell’espressione della parte intima di sé. Successivamente, questi sentimenti interiori vengono descritti al Gruppo come esterni al Sé. Questo permette una maggiore fluidità di espressione del Sé come oggetto. Solo in un secondo momento, la persona ammette con riluttanza e timore di stare provando qualcosa. Un importante passo si ha quando molti sentimenti sono espressi nel momento in cui si presentano. La completezza del cambiamento è visibile quando i sentimenti inizialmente negati sono provati ed accettati.
Un terzo cambiamento avviene, infine, a livello di organizzazione. Purtroppo, succede spesso che gli individui cambiano ma non le loro istituzioni.

CONCLUSIONE

“Il Gruppo d’Incontro può essere un tentativo di affrontare e superare l’isolamento e l’alienazione dell’individuo nella vita contemporanea. La persona che ha stabilito con un’altra un incontro fondamentale non è più completamente isolata. La sua solitudine non ne sarà certamente eliminata, ma egli almeno riceverà la prova che tale solitudine non è un elemento inevitabile della sua vita. Potrà avere un contatto pieno di significato con un altro essere umano, e poiché l’alienazione è uno degli aspetti più sconvolgenti della vita moderna, questa è un’applicazione importante”.

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Letizia Galli – Ancor prima di terminare gli studi universitari nell’ambito della Gestione delle Risorse Umane, sono entrata nel mondo del lavoro occupandomi di supporto alla carriera, scoprendo un settore delle società di consulenza HR, che mi ha così entusiasmata da dedicargli la mia Tesi di Laurea dal titolo “Il Social Network nella ricollocazione professionale”.
Dopo una breve parentesi come Hr Specialist nel mondo accademico, ho deciso di dedicarmi alla Formazione degli Adulti, consolidando le competenze nella gestione di gruppi in apprendimento. Inoltre, sto conseguendo la specializzazione, riconosciuta a livello europeo, che mi permetterà di accreditarmi presso Assocounselling come Counselor Biosistemico.

Letizia Galli – who has written posts on Corpus In Fabula.