Il modello biosistemico: la sofferenza psicologia – 2
La sofferenza, secondo il modello Biosistemico, può essere ricondotta alla sovrapposizione di processi diversi: sensazioni fisiche di disagio e posture cristallizzate.
- Dietro a sensazioni fisiche di disagio, spesso si celano emozioni bloccate, frequentemente riconducibili a esperienze primarie di inibizione d’azione di fronte allo stress (Laborit, 1979), situazioni, cioè, in cui
non è stata possibile né una reazione di attacco, né una di fuga.
Le reazioni impedite si scaricano all’interno del soggetto, comportando una secrezione ormonale, tipica dello stress (noradrenalina e corticosteroidi), che protratta nel tempo può anche originare malattie psicosomatiche.
- Le emozioni bloccate possono cristallizzarsi in posture specifiche, connesse ai vissuti corporei che le accompagnavano, andando a creare una memoria “muscolare” sepolta dietro la sofferenza fisica. Lavorare sulla parte del corpo contratta, attraverso esercizi fisici, contatto, massaggi, specifiche posizioni corporee, può significare lavorare direttamente sull’emozione bloccata. Il lavoro posturale consente di accedere alla memoria corporea e di recuperare stadi di sviluppo non interamente vissuti, attraverso l’espressione dei vissuti emozionali connessi, che emergono come risultato dell’interazione sistemica di pensieri- sensazioni-azioni.
Ma quale meccanismo “custodisce” il blocco emozionale e può allo stesso tempo scioglierlo? Per comprenderlo, dobbiamo conoscere il Sistema Nervoso Autonomo e comprenderne il funzionamento.