Storia di un corpo
Avete mai pensato come potrebbe essere la vita raccontata dal punto di vista del nostro corpo? È questo che accade…. (continua)
È questo che accade genialmente nel romanzo di Daniel Pennac. Un’intera vita raccontata dal punto di vista del suo concreto partecipante.
Quando si comincia a lavorare su se stessi, una delle prime cose che si incontrano è sempre la raccomandazione “Torna a te, torna al tuo corpo, torna alle tue sensazioni”. Ho messo tantissimo tempo per semplicemente cominciare a capire, perché la mia mente cominciasse a capire cosa volevano dire quelle frasi. Ed ora è con grande stupore che trovo un intero romanzo che racconta i pensieri e il punto di vista del corpo.
In quarta di copertina si legge: “Un romanzo fortemente raccomandato a tutti quelli che hanno un corpo.” !?
Un libro godibilissimo ed arguto, a tratti anche commovente.
Il corpo nelle sue diverse forme, dal corpo bambino che per totale e assoluto amore per suo padre decide di assumerne anche la forma. Al giovane che per combattere le sue paure sceglie di diventare come la tavola anatomica del Larousse tramite una ferrea disciplina. All’adulto, che elabora un lessico corporale per leggere nel volto del figlio adolescente le parole non dette. Fino all’anziano che prende nota senza emozioni – ricordiamo che quello che conta è il punto di vista del corpo in questo diario – all’anziano dicevo che vede poco per volta modificarsi le capacità del suo corpo e vede come poco per volta queste lo abbandonino. Tutto questo è la storia una vita vissuta tramite il corpo.
Ed è il dialogo fra la mente il corpo il vero protagonista della storia.
A 13 anni, 1 mese, 10 giorni, il protagonista scrive:
Ci ho riflettuto. Se descrivo esattamente quello che provo, il mio diario sarà un ambasciatore tra la mente e il corpo. Sarà il traduttore delle mie sensazioni.
Chiunque studi se stesso tramite l’attenzione al corpo si troverà affascinato da questa lettura.
13 anni, 1 mese, 2 giorni
[…] sono rimasto a lungo davati allo specchio. Non ero davvero io quello lì dentro. Era il mio corpo, ma non ero io, Non era neppure un amico. Mi ripetevo: sei me? Sei tu, me? Io sono te? Siamo noi?
PS – In fondo al romanzo, prima dell’indice, si trova un inusuale indice analitico per argomenti: camminare, dolore, saliva, ma anche…peti!