Il teatro sociale, di Claudio Bernardi
Il teatro si distingue dagli altri mezzi di comunicazione perché mette in scena il gioco della vita, quello da cui discendono tutti gli altri giochi. Lo spettatore va per imparare, per fare poi lui la stessa cosa nella vita reale. E questo impulso non è una moda ma una necessità, derivante dal fatto che l’identità dell’individuo è completamente aperta, da definire, da costruire. E come per l’identità lo stesso avviene per le relazioni.
E’ il corpo in gioco che affascina lo spettatore, ed è al corpo vivo in gioco che si ispirano gli attori. Non occorrono più testi, storie, personaggi, rappresentazioni. Ma AZIONI. (pag 13)
Autore: Claudio Bernardi
Edizioni: Carocci, 2004
Scheda elaborata da Anna Paola Spada
Il Teatro sociale è costruzione della persona e della comunità attraverso attività performative. (pag 13)
Il teatro sociale si articola in: formazione della persona, formazione del gruppo, formazione della società
Fa uso di 3 sistemi di comunicazione corporea:
- il laboratorio – importante per la cura del sé (obbiettivo: costruzione dell’identità del sé e il comportamento quotidiano – pag 59. Le 3 aree di lavoro della cura del sé sono il corpo fisico, la maschera sociale , il personaggio – pag 60)
- lo spettacolo e gli eventi, la performance – importanti per il lavoro e l’espressione del gruppo (costruzione di relazioni – pag 66)
- il rito – importante per la costruzione del vissuto quotidiano e della vita pubblica Inventare eventi – pag 72) (pag 14)
Il TS si distingue da :
- Psicodramma (Jacob Levy Moreno) preferisce la rappresentazione delle parti malate del soggetto
- Drammaterapia lavora su parti sane e sull’immaginario dei partecipanti (pag 49)
- Teatro dell’Oppresso (Augusto Boal) nelle sue due versioni,
– quella nata in America Latina come metodo attivo per cambiare la coscienza politica delle masse sfruttate di contadini e lavoratori, condizionati dalla tradizione a credere in un destino ineluttabile; (pag. 50)
– e quella legata alla definizione “europea”dell’oppressione, il Flic dans la tete, colui che esercita una funzione di sorveglianza e repressione dall’interno di un organismo. (pag 52)
Le due versioni trovano sintesi nella triplice liberazione del Teatro dell’Oppresso:
- dalla maschera sociale attraverso i comportamenti e gli stili fisici indotti dall’ambiente tramite la scoperta del corpo;
- liberazione della mente dai divieti, dai comportamenti e dai personaggi che l’educazione repressiva ci ha indotto a considerare come frutto della nostra personalità, attraverso il gioco delle parti, l’immedesimazione in altri personaggi che ci fanno scoprire le parti nascoste e negate del nostro essere e la possibilità di superare dei limiti prefissati,
- la liberazione dalle oppressioni interne non può che facilitare la liberazione socio-politica, le costrizioni e le repressioni che vengono dall’esterno. (pag 52)
Il TS si propone come invenzione e azione di socialità e comunità, distrutte o minacciate oggi dall’individualismo e dai processi di omogeneizzazione della cultura globale e come formazione e ricerca di benessere psicofisico delle singole persone tramite la costituzione di compagnie e gruppi produttori di pratiche performative, espressive e relazionali, capaci di creare riti e miti, spazi , tempi e corpi, indipendenti e concorrenti del sistema. (pag 58)
[Definizioni:
Liminale: rito collettivo ed obbligatorio tipico della società preindustriale
Liminoide: attività individuali ed opzionali del tempo libero della società moderna: come per i vestiti non conta più la tradizione ma l’innovazione. La libertà vince sulla regola, l’individuo sul gruppo. (pag 58)]
Tre settori di attività del Teatro Sociale: (pag.59)
- formazione della persona = cura del sè. In questo ambito gli obbiettivi del TS sono la costruzione dell’identità personale e il comportamento quotidiano; mentre le aree di lavoro sono le azioni fisiche (lavoro con il corpo e sul corpo,sulla base dell’indagine sull’iterazione madre-bambino di M.Mahler e D. Stern), le maschere sociali, il personaggio. (pagg.60-66)
- costruzione dei gruppi e delle comunità
- intervento culturale delle istituzioni -> costruzione dell’identità (locale, regionale e nazionale)
I tre sistemi di comunicazione corporea del TS (pag 14)
1)Laboratorio, 2) spettacolo-evento, 3) rito.
1) Laboratorio: importante per la cura del sè
Segue le fasi dei riti di passaggio: separazione, margine, reintegrazione (pag 81)
La separazione è caratterizzata dall’abbandono della quotidianità (pag.81): Si abbandonano gli abiti abituali per entrare nello spazio del laboratorio – che dev’essere il più possibile vuoto. Al centro della fase c’è l’accoglienza nelle sue dimensioni informale e rituale (costituzione del cerchio magico). Segue la fase di contratto, definito al primo incontro e ricordato all’inizio di tutti gli incontri successivi.
La fase del margine è quella del lavoro creativo vero e proprio.
a) Conoscere e sentire il proprio corpo:
in relazione con se stessi (respiro – voce – sensorialità);
con il corpo degli altri (formazione del gruppo: linguaggio non verbale, scoperta dell’altro che diventa scoperta degli altri = fiducia; aspetti negativi del corpo in relazione: possesso di un oggetto, potere esercitato-subito-vissuto, rifiuto), con gli oggetti, con lo spazio.
b) creazione scenica: ogni scrittura scenica nell’ambito del TS non ha senso se non viene creata, assimilata, prodotta, discussa, inventata, elaborata, allestita e curata dall’inizio alla fine dal gruppo (pag.88)
Il mezzo principale è l’improvvisazione teatrale: narrazione di storie, improvvisazioni con oggetti, maschere, performance autobiografica, ….)
Il prodotto finale è un copione ricavato dalle improvvisazioni degli attori, l’obbiettivo non è più il gruppo ma lo spettacolo
Il laboratorio si chiude con una restituzione rituale: pareri, sensazioni, problemi, utili al rientro nel quotidiano – fase di reintegrazione.
2) Performance – spettacolo/evento
Per mettere alla prova, condividere e comunicare quanto creato nel laboratorio (pag 95)
Spettacoli, all’aperto, feste e animazione.
3) Rito: importante per la costruzione del vissuto quotidiano e della vita pubblica
Per rendere comune quanto sopra (vedi frustrazione del disabile che ha inventato/scoperto un nuovo modo di comunicare che non viene però recepito al di fuori di laboratorio e/o performance) (pag 107)
Casi e problemi concreti:
Persone:disabili,anziani dipendenze (pag 125)
Istituzioni: scuola, ospedale, carcere (pag 137)
Società: comunità, guerra, terzo mondo (pag 155)