L’ascolto empatico nella relazione di aiuto
Sembra quindi che il frame situazionale (dichiaratamente di aiuto) e l’ascolto siano determinanti per la definizione stessa del sistema “relazione di counseling” e che quindi abbiano questa influenza sovradeterminante.
Proviamo ora a ipotizzare le caratteristiche fondative di un livello di ascolto qualitativamente efficace. La maggior parte degli approcci teorici parla di “ascolto empatico”. Non è questo l’ambito per riflettere sull’empatia e sulle sue caratteristiche distintive. È però certo che l’empatia presuppone la capacità del counselor di entrare – dal punto di vista emotivo, cognitivo ed anche corporeo – nei vissuti e nei significati dell’altro. Ciò a sua volta implica la capacità per il counselor di non perdere la consapevolezza del proprio baricentro in modo da non essere travolto dal mondo dell’altro.
Tutte le tecniche di ascolto (ascolto attivo, ascolto profondo, ascolto corporeo ecc.) si basano sul sostanziale rispetto di quel che è “mio” (mio significato/emozione che contatta il tuo) rispetto a quel che “tuo” (tuo significato/emozione che contatta la il mio).
Vediamo cosa accade nella relazione comunicativa:
con l’altro:
- sto tacendo, ascolto l’altro e mi sto sintonizzando sul flusso comunicativo dell’altro (sincronizzazione, modulazione)
- sto parlando, focalizzo i feed back di ritorno dall’altro esito della mia comunicazione
con me stesso:
nella situazione a) ascolto l’altro e ascolto me stesso i pensieri, le parole e le emozioni che l’altro mi suscita;
nella situazione b) ascolto le mie parole e i feed back che l’altro mi invia che influiscono direttamente sui miei pensieri, sulle mie parole sulle mie emozioni.