Magia in azione, Richard Bandler – EG
Il testo “Magia in azione” è un testo che riprende alcune sedute svolte da Richard Bandler presso la Marshall University negli anni Ottanta.
Titolo: Magia in azione- Cambiamento e cura delle fobie con la programmazione neurolinguistica
Autore: Richard Bandler
Edizioni
: Astrolabio Roma, 1993
Scheda elaborata da Eugenio Galli
Negli anni’80 l’università americana stava invitando specialisti come Fritz Perls (fondatore della Gestalt Therapy e con il quale Bandler lavorò) , Albert Ellis e Carl Rogers per delle sedute brevi con le quali si indicava un ristretto numero di incontri (dieci) con un paziente per risolverne una fobia. Bandler ritiene di poterlo fare in una sola seduta e perciò riceve con l’approccio PNL (programmazione neuro linguistica) pazienti, le sedute dei quali sono ripresi e trascritti in questo testo.
“La magia” del titolo si riferisce a quella della programmazione neurolinguistica a riguardo dei suoi rapidi risultati, che sfaterebbero l’opinione comune secondo la quale il cambiamento debba essere lento e doloroso; infatti, sostiene l’approccio, se una persona riesce a costruirsi qualcosa di tanto complesso come una fobia o una coazione, può imparare a usare quella stessa capacità per affrontare le situazioni in modo diverso.
“Le persone che si fanno impressionare dalla velocità dei cambiamenti non riescono a capire che il cambiamento non solo può, ma deve avvenire rapidamente, se lavorate con i processi mentali mediante i quali i clienti creano e sostengono i loro problemi, piuttosto che con il contenuto; (…) è ciò che fanno molte psicoterapie e questa è la ragione per cui non funzionano.” (p. 8)
Richard Bandler, nome celebre e noto al grande pubblico, è uno psicoterapeuta americano, co-creatore del campo di sviluppo personale conosciuto come Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) insieme a John Grinder. Negli ultimi 40 anni ha insegnato a persone in tutto il mondo come migliorare la propria vita e realizzare gli obiettivi desiderati attraverso il suo programma. Nel suo lavoro Bandler unisce la sua conoscenza della mente umana a un’immensa capacità di individuare modi per ridare speranza alle persone e insegnare loro come diventare “libere”.
Interessato al lavoro di Fritz Perls da giovane, nel 1973 incominciò a lavorare a fianco di Virginia Satir (terapeuta della famiglia) e con tutti quei terapeuti dei quali i clienti riportavano maggiori “successi” nel senso di azioni realizzate. Durante il suo lavoro di analisi dei Geni, Bandler incontrò John Grinder col quale nacque una grande collaborazione. Dopodiché Richard Bandler proseguì i suoi studi di “modellamento” dei Geni e pubblicò libri con altri ricercatori. E’ inoltre il fondatore del potente modello di tecniche chiamato “Design Human Engineering” e del “Neuro Hypnotic Repatterning”, tecniche nelle quali utilizza particolari modelli linguistici per creare cambiamento. L’immagine che se ne da (e che si evince dai suoi discorsi in prima persona) è quella di un uomo intuitivo, brillante e padrone delle proprie competenze.
Il suggerimento a posteriori è di non approcciare Magia in azione per chi non abbia già delle competenze teoriche in ambito di programmazione neuro linguistica. E’ un ottimo manuale per studenti che possono leggere e fruire di note esplicative che fungono da riferimento a tecniche e modelli della materia. Il testo risulta comunque utile per avvicinare una delle applicazioni, in questo caso terapeutiche, della PNL e dare un assaggio delle sue potenzialità.
Il testo è diviso in sei capitoli oltre all’introduzione che funge da cornice introduttiva:
- La perdita prevista
- Agorafobia
- Paura delle figure che rappresentano l’autorità
- La cioccolata e i vermi
- Cambiare le opinioni
- La perdita di peso
Bandler affronta i casi intervenendo sulle cosiddette Submodalità. Secondo l’enciclopedia della PNL si intende per submodalità ciò che compone il nostro sistema di rappresentazioni:
L’organizzazione di ciò che percepiamo all’interno del nostro sistema rappresentazionale è composto da particelle minori dette submodalità. Quindi, l’esperienza è rappresentata, codificata e immagazzinata in forma di submodalità. Ciascuno di noi ne usa una varietà vastissima e diversa da individuo a individuo.
Ad esempio, chiesti di immaginare un gatto sul tappeto, probabilmente non ci saranno due lettori che visualizzeranno la stessa identica immagine. Ci sarà chi immaginerà, in base al proprio magazzino di memoria e al processo di decodifica, un gatto nero, chi uno grigio, chi uno bianco, magro, paffuto, il tappeto tondo, quadro, scuro, persiano… Chi immaginerà l’immagine vicina, chi lontana, chi illuminata, chi scura, …
Il sistema rappresentazionale e le submodalità influenzano e sono influenzati dal sistema nervoso, per cui uno può immaginare o ricordare un evento o situazione in modi differenti in base allo stato d’animo che vive in un determinato momento. Oppure, potrà percepire una persona o una situazione in base a come la sua codifica si collega con le sensazioni, grazie proprio al sistema rappresentazionale che attinge dal passato per interpretare il futuro.
Spesso mostriamo, specialmente per tipologia di situazione, una preferenza di submodalità, che si suddividono in 3 categorie:
- visive, uditive, cinestesiche.
Operare sulle submodalità in termini di contrasto, accentuazione della luminosità, intervento sulla posizione spaziale della nostra rappresentazione e sulla sua grandezza per dirne alcuni, permette a Bandler di riprogrammare le rappresentazioni che originano le fobie di questi pazienti. In ogni capitolo si mostra come questo sia stato possibile.
Quella della PNL appare come una prospettiva di partenza distante da quella della nostra scuola; il corpo non sembra giocare una parte significativa in questi interventi a tutto favore di rappresentazioni mentali attivate come manopole di un televisore: mettendo a fuoco, sovrapponendo, scomponendo e analizzando le immagini della mente descritte dalla persona. Quella della PNL, nella sua formulazione originaria e terapeutica, si presenta come un approccio potente e affascinante che spiega il funzionamento della nostra mente.
La domanda a mio avviso è come la PNL possa intrattenere un dialogo con forme di intervento maggiormente incentrate sul corpo e quale valore assuma quest’ultimo per questo approccio, oltre alla decifrazione del linguaggio non verbale e la rilevazione delle aree di accesso dello sguardo.